“Tennis non come hobby,
ma come traslazione della
vita reale fatta da impegno,
costanza e duro lavoro.”

Terminata la carriera da giocatore professionista, Renato Vavassori sceglie di rimanere nell’ambito tennistico per dedicarsi alla professione di tecnico. In prima analisi Renato si rende conto che il sistema tennis italiano, pur avendo un movimento di base nutrito, non produce giocatori di alto livello. La sua esperienza come giocatore professionista gli ha permesso di scoprire alcune “falle” nel sistema che, a livello nazionale, sono da ricercarsi nella commistione di due modi diversi di intendere lo sport che convivono nei circoli, potenziali fucine di talenti, almeno per quel che riguarda il tennis.

“Il tennis” dice Renato, “È l’unico sport, insieme al golf, che si sviluppa nei circoli dove l’attività amatoriale convive con quella sportiva. Questi due modi di concepire lo sport hanno due anime, due finalità e due modelli di riferimento diversi”. Partendo da questo presupposto, Renato Vavassori ha iniziato ad imbastire la sua idea di tecnico sportivo, volendo intendere, per l’appunto, lo sport come disciplina che mira a sviluppare le proprie capacità prestative per far fronte a competizioni e per raggiungere alti livelli.

Sport non come hobby, ma come traslazione della vita reale fatta di impegno, costanza e duro lavoro.

L’idea iniziale di Renato Vavassori comincia a prendere forma nel 1992 dalla struttura di Cividino (BS), inaugurata il 1 maggio di quell’anno secondo i dettami promossi dallo stesso Vavassori. “Ho voluto creare una «Milanello tennistica» senza intrusioni dell’attività amatoriale e con l’atleta al centro dei programmi sportivi. Un centro di sviluppo della performance dove i giocatori di livello superiore siano da traino e da riferimento per quelli di livello inferiore, con un sistema organizzativo chiaro e punti di riferimento importanti”. 

Nel 2009 l’ammodernamento dei campi esterni porta all’Accademia Vavassori tanti sportivi conosciuti più un ospite d’eccezione: quell’Adriano Panatta al quale Renato Vavassori sceglie di intitolare i campi in terra rossa avendo riconosciuto in lui “il mio idolo dell’infanzia; una persona straordinaria che col suo tennis ha fatto innamorare generazioni di atleti”.

Oltre allo sviluppo dell’attività su Palazzolo, parte il progetto Milano che vede l’Accademia Vavassori partner di Milanosport SpA nella gestione del progetto tennis.

Crescono, intanto, i ragazzi della Vavassori, con Simone Bolelli diventato a pieno titolo giocatore professionista sotto la guida del tecnico Luca Ronzoni, collaboratore dell’Accademia fin dagli esordi a Cividino. “Luca Ronzoni può essere considerato uno dei pochi tecnici nella storia del tennis italiano che è riuscito a portare un ragazzo dal vivaio ai livelli di eccellenza e al professionismo”, dice infatti Renato Vavassori. Ma dall’Accademia passano anche futuri vincitori di Slam come Francesca Schiavone e Juan Martin del Potro, piuttosto che Marin Cilic o, ancora, Ivan Dodig, Irina Spirlea, Timea Bacsinszky, Tathiana Garbin, Marlene Weingartner e molti altri ancora.

Nel 2012, per il 20° anniversario dell’Accademia Vavassori, arrivano gli auguri da Angelo Binaghi, Presidente della Federazione Italiana Tennis, che, con le seguenti parole, fornisce il suo contributo ai festeggiamenti: “Un’Accademia, quella bresciana, che è cresciuta dando impulso al movimento sia regionale che nazionale anche grazie a un’inesauribile Scuola Tennis dalla quale sono passati nomi di primo piano come Francesca Schiavone, Maria Elena Camerin e Simone Bolelli, per citare solo i più noti (…) Nel corso di questi suoi primi 20 anni l’Accademia ha avuto il merito di porre sempre in primo piano la sua mission:  formare giocatori e giocatrici dalla base e far crescere questi atleti con i sani principi e i valori che lo sport insegna”.

Da allora l’Accademia è ulteriormente cresciuta fornendo sempre più servizi ai propri atleti agonisti in ottica di un continuo e costante miglioramento della performance, ferma restando la metodologia di insegnamento, risultata, fin qui, premiante.

A maggio 2017 si è festeggiato il 25° anniversario per il quale Renato Vavassori conferma di aver ottenuto 3 importanti risultati:

  1. Creare giocatori di vertice partendo dalla base giovanile;
  2. Allenare giocatori professionisti già affermati aiutandoli a migliorare il loro ranking;
  3. Creare il più importante sistema organizzativo privato per l’individuazione e il sostegno del talento tennistico, tenendo allo stesso tempo fuori dalla porta dirigenti improvvisati, politici e persone incompetenti.

In progetto, nuove entusiasmanti sfide che partiranno da un ulteriore ammodernamento della struttura che vedrà il completo rifacimento dei campi interni e l’impiego di nuovi servizi rivolti agli atleti.